
Gianluca will be curating Diplorama at the Faculty of Design and Art for the third time. And this year the Diplorama campaign deals with “Fragile structures”, a poetic oxymoron between delicacy and solidity.
We live in times of profound change, continuously uncovering the vulnerability and fragility of the diverse systems we are a part of, highlighting the urgent need to respond and instigate change.
The students of the Faculty of Design and Art – unibz are keenly aware of these ubiquitous signs, and this new Diplorama edition showcases a portion of their unique and contemporary perspectives and visions on these issues.

On the occasion of the exhibition ITALY: a New Collective Landscape, Gianluca has been invited by Multiplo design studio as a speaker about design and research at the ADI Design Museum in Milan.
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Nell’ambito della mostra ITALY: a New Collective Landscape, Gianluca ha parlato di ricerca e progettazione presso la sede dell’ADI Design Museum di Milano.

”Parola, immagine e cultura editoriale“ is a brand new publication that celebrates the twentieth anniversary of APICE presenting possible reading analysis of the archival materials that make up the Centre’s heritage.
In the book, edited by Viviana Pozzoli and Paolo Rusconi, alongside Gianluca’s contribution you will find texts by Giorgio Bacci, Paolo Bossi, Yves Chevrefils Desbiolles, Barbara Galli, Davide Lacagnina, Antonello Negri, Viviana Pozzoli and Paola Valenti.
Published by Corraini and Università degli Studi di Milano, layout by Origoni Steiner
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“Parola, immagine e cultura editoriale” è una pubblicazione che celebra il ventennale dalla fondazione APICE presentando, attraverso lo sguardo di studiosi, alcuni possibili percorsi di lettura tra le collezioni che costituiscono oggi il patrimonio del Centro.
Nel libro, a cura di Viviana Pozzoli e Paolo Rusconi, oltre al contributo di Gianluca Camillini troverete i testi di Giorgio Bacci, Paolo Bossi, Yves Chevrefils Desbiolles, Barbara Galli, Davide Lacagnina, Antonello Negri, Viviana Pozzoli e Paola Valenti.
Edito da Corraini e Università degli Studi di Milano, impaginato di Origoni Steiner.

With the help of Matteo Campostrini, a brilliant designer and alumnus of the Faculty of Design and Art – unibz, we designed this year’s Diplorama identity with graphics made of coloured surfaces forming a solidus or an angle, which may also be seen as a prospect view of two walls, in short, a space – be it a corridor, a room or the university terrace – which we are invited to enter.
The catalogue follows the same idea, reflecting on the physical object made of three dimensions – cover, back cover, #book spine and side – which all are distinctive features of printed matter. These are shuffled and emphasised with a combination of colours in order to make the catalogue an actual space of debate and promotion. Looking at all projects collected in this year’s Diplorama catalogue is proof that art and design are in the right direction to tackle urgent matters and possibly avoid some of the next ones. Our students are now focusing on the circular economy, alternative materials and local natural resources, rethinking mobility, or provoking anti-consumerism and innovative sustainable ecosystems. They call for reflecting on the social dynamics of media and digitisation as much as on inclusiveness. Diplorama! is a key step in the life of each student, it is a celebration as well as a showcase especially made for them, a gate towards known spaces and an invitation to share new ones, a cry of joy, well, it’s… Diplorama!
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Con l’aiuto di Matteo Campostrini, brillante grafico ed ex studente della Facoltà di Design e Arti – unibz, abbiamo progettato l’identità del Diplorama di quest’anno con una grafica fatta di superfici colorate che formano un solido o un angolo, che può anche essere visto come una vista prospettica di due pareti, insomma uno spazio – sia esso un corridoio, una stanza o la terrazza dell’università – in cui siamo invitati a (ri)entrare.
Il catalogo segue la stessa idea, riflettendo sull’oggetto-libro fisico fatto di tre dimensioni – copertina, quarta di copertina, dorso del libro e lato – che sono tutte caratteristiche distintive degli stampati. Queste sono mescolate ed enfatizzate con una combinazione di colori per rendere il catalogo un vero e proprio spazio di dibattito e promozione. Guardare tutti i progetti raccolti nel catalogo Diplorama di quest’anno è la prova che l’arte e il design sono nella giusta direzione per affrontare le questioni urgenti e possibilmente evitare alcune delle prossime. I nostri studenti si concentrano ora sull’economia circolare, sui materiali alternativi e sulle risorse naturali locali, ripensando la mobilità o provocando l’anticonsumismo e gli ecosistemi sostenibili innovativi. Chiedono di riflettere sulle dinamiche sociali dei media e della digitalizzazione e sull’inclusività. Diplorama! è una tappa fondamentale nella vita di ogni studente, è una celebrazione ma anche una vetrina fatta appositamente per loro, una porta verso spazi conosciuti e un invito a condividerne di nuovi, un grido di gioia, beh, è… Diplorama!
More info and pics here!

Questo Settembre Gianluca parlerà presso l’Istituto Francese a Milano, nell’ambito della “Scuola del non sapere”, un progetto di ricerca e critica del design fondato nel 2011 da Ruedi e Vera Baur.
Civic City opera attraverso una rete internazionale e transdisciplinare di persone che lavorano per progettare un mondo migliore. Riunisce progettisti architettonici, architetti del paesaggio, antropologi, sociologi e altri teorici e professionisti del design, oltre ai cittadini, strutture universitarie e di ricerca e professionisti specifici del luogo e della conoscenza.
Per partecipare a questo e altri interventi clicca qui.
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This September Gianluca has been invited as a key-note speaker at the Institut français in Milan within the “School of not knowing”: a project by Civic City – independent institute for critical design research founded in 2011 by Ruedi and Vera Baur.
Civic City operates through an international and transdisciplinary network of people who imagine and design a better world. It brings together urban planners, architectural designers, landscape architects, anthropologists, sociologists, political scientists and other design theorists and practitioners, as well as place and knowledge-specific citizens, university and research facilities and professionals.
You can attend this and more talks by clicking here.

Abbiamo perso, tutti quanti!
Ce lo conferma ogni giorno il nostro pianeta, che stremato dai maltrattamenti subiti che perdurano e si susseguono da generazioni si è finalmente deciso ad attivare il conto alla rovescia per l’estinzione, perché noi esseri umani intendiamo il pericolo solo quando il meteorite che punta dritto verso la terra diventa visibile a occhio nudo. Ed è solo e soltanto allora che la sconfitta può diventare un’opportunità costruttiva da cui ripartire.
Questa è la premessa, impellente e concreta, sulla quale abbiamo articolato questo numero di «Progetto grafico», l’ultimo previsto dal nostro ciclo editoriale, in cui abbiamo esplorato tematiche centrali della cultura del progetto e con cui speriamo di aver contribuito a tener vivo il dibattito.
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We have all lost and our planet confirms this every day. Exhausted by the mistreatment it has been subjected to for generations, our planet has finally decided to trigger the countdown to extinction because we human beings understand danger only when the meteorite pointing straight at the earth becomes visible to the naked eye. It is only then that defeat can become a constructive opportunity from which to start again.
This is the compelling message on which we have based this issue of Progetto grafico, the last by this editorial staff. We have explored central themes of design culture and hope to have helped keep the debate alive.
Progetto grafico is published by AIAP with support from Fedrigoni paper and Antezza tipografi – archival section coming from Bauhaus archiv, Politecnico di Torino, CDPG Aiap.
Many thanks to Jonathan Pierini and the editorial board. Get your copy by clicking here and here.
Umberto Eco considers loss as an indispensable condition in the field of linguistic and literary translation and interpretation, in which the original text must necessarily undergo a transformation for the sake of understanding. Something very similar happens in visual communication — because communication it is — where complex concepts are transposed from the semantic level to the graphic-visual one for the sake of user clarity. In this process of transition, the design choices and the use of graphic techniques make the output always different from the original starting point.
“Communicating almost the same thing” by Gianluca Camillini is an essay that presents and analyses a series of characteristics and recurring techniques in the narrative practices of visual communication, which are not comprehensive nor can they be regarded as absolute definitions; however, they can be combined, expanded and confused.
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Umberto Eco definisce la perdita come una condizione indispensabile per la traduzione e interpretazione linguistica e letteraria, in cui il testo originale dovrà necessariamente subire una trasformazione a beneficio della comprensione. Qualcosa di molto simile accade anche nella comunicazione visiva — proprio perché di comunicazione si tratta — in cui concetti complessi sono trasposti dal piano semantico a quello grafico-visivo al fine di essere trasmessi chiaramente al fruitore. In questo processo di transizione si adottano scelte progettuali e tecniche grafiche per cui l’esito differirà sempre dallo stadio di partenza.
“Comunicare quasi la stessa cosa” è un saggio di Gianluca Camillini che raccoglie e analizza una serie di caratteristiche grafiche ed espedienti narrativi ricorrenti nella comunicazione visiva, questi non sono gli unici possibili, né possono essere considerati definizioni assolute; si possono però sovrapporre, ampliare, confondere tra loro. L’obiettivo di questo testo è quello di fornire al lettore degli strumenti utili per comunicare attraverso le immagini.
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The ebook is published by Corraini Edizioni and is available online.

La scrittura e la progettazione di questo numero sono avvenute in un periodo senza precedenti. La pandemia che ancora stiamo fronteggiando ha scompaginato ogni aspetto della nostra vita, tanto nella quotidianità quanto in termini economici e sociali globali. Pressoché in ogni ambito è stato sollevato il tema della necessità di un cambio di paradigma che possa non solo far fronte alle incombenze immediate, quanto rispondere alle criticità messe in evidenza dall’emergenza, la quale ha estremizzato e accelerato insostenibilità sistemiche sotto molteplici punti di vista. In questo scenario il tema del “salvare”, che avevamo definito in precedenza ai fatti, è sembrato quanto mai appropriato.
Nel numero troverete “Wunderatlas”, un articolo a proposito curatela digitale e public history che ho scritto grazie al contributo di curatori digitali e non (@cartoleena, @cd_masterizzato, CTRL magazine, Bianca Felicori / Forgotten Architecture, @libribelli_books / Livia Satriano, Paul Pindar / Edoardo Angione, Damien Kempf, Wes Anderson, Fondazione Prada).
Pubblicato da AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva con il supporto di Fedrigoni Paper e Antezza Tipografi — sezione di archivio con materiali provenienti da Archivio Tipografico, Politecnico di Torino e CDPG / Aiap.
Grazie a Jonathan Pierini e alla redazione. Per ordinare una copia clicca qui.
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The writing and design of this issue took place during an unprecedented period. The pandemic we are still facing has disrupted every aspect of our existence, both in everyday life and in global social and economic terms. Almost every sector has raised the issue of the need for a paradigm shift that will not only cope with immediate tasks but also respond to the critical issues highlighted by the emergency, which has exacerbated and accelerated systemic unsustainability in so many ways. Against this backdrop, the theme of “saving”, which we had already decided on before the recent turn of events, seemed more appropriate than ever.
In this issue, you will find “Wunderatlas”, an article that I wrote on digital collection, curatorship and public history, which has been possibile thanks to the help of curators and contributors who are directly involved in this phenomena (@cartoleena, @cd_masterizzato, CTRL magazine, Bianca Felicori / Forgotten Architecture, @libribelli_books / Livia Satriano, Paul Pindar / Edoardo Angione, Damien Kempf, Wes Anderson, Fondazione Prada).
Progetto grafico is published by AIAP with support from Fedrigoni paper and Antezza tipografi – archival section coming from Archivio Tipografico, Politorinom, CDPG Aiap.
Many thanks to Jonathan Pierini and the editorial board. Get your copy clicking here and here.

Fortunato Depero and Depero futurista 1913–1927 di Gianluca Camillini. Con prefazione di Steven Heller e la bibliografia completa di Depero a cura di Martine Josette Grange; edito da Rubbettino Editore, con il supporto del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e il patrocinio di AIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva. 320 pagine, oltre 150 riproduzioni fotografiche di materiali di archivio originali provenienti da collezioni internazionali pubbliche e private. Una ricerca redatta in inglese nata dagli studi condotti presso la Free University of Bozen-Bolzano – Faculty of Design and Art – Free University of Bozen-Bolzano e la University of Reading.
Per queste e per altre ragioni (di cui sopra) Fortunato Depero and Depero futurista 1913–1927 è il libro imperdibile dell’estate 2021.
Scrivere per info e copie, clicca qui o qui.
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Fortunato Depero and Depero futurista 1913–1927 by Gianluca Camillini. With a foreword by Steven Heller and a complete Fortunato Depero’s bibliography edited by Martine Josette Grange; The book is published by Rubbettino Editore, with support from del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto and under the patronage ofAIAP, Associazione italiana design della comunicazione visiva. 320 pages and more than 150 illustrations of original archival material coming from international public and private collections. The book is written in English and derives from the research projects conducted by Gianluca Camillini at the Faculty of Design and Art – Free University of Bozen-Bolzano and the University of Reading.
For these and other reasons (see pictures) Fortunato Depero and Depero futurista 1913–1927 is the must-read book of summer 2021
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Write an email to get a signed copy, available on Amazon, Ibs and similar online bookshops, or click here.

Borrowed from the Roman Empire and applied to every item of Fascist propaganda, letterforms and inscriptions carried messages – in public space, they were powerful tools to get control over the masses.
Finally, we’ve got our hands on #ARCHIGRAPHIÆ. Rationalist Lettering and Architecture in Fascist Rome. It is a publication by écal, edited by Matthieu Cortat e Davide Fornari, which includes texts by Gianluca Camillini, Jonathan Pierini, Chiara Barbieri, Paul Shaw, Alessandra Tarquini and Carlo Vinti.
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Prese in prestito dall’impero Romano e applicate alla propaganda fascista, le lettere comunicavano messaggi — nello spazio pubblico ebbero un ruolo fondamentale per il controllo delle masse.
Finalmente è arrivato ARCHIGRAPHIÆ. Architettura e Iscrizioni Razionaliste nella Roma Fascista, pubblicata da ECAL/Ecole cantonale d’art de Lausanne e curata da Matthieu Cortat e Davide Fornari, con testi di Gianluca Camillini, Jonathan Pierini, Chiara Barbieri, Paul Shaw, Alessandra Tarquini and Carlo Vinti.